La radiologia medica, nota anche come radiologia diagnostica o radiodiagnostica, è quella branca della medicina che si occupa della produzione e dell’interpretazione di immagini radiologiche a fini diagnostici o terapeutici per l’appunto.

L’ottenimento di queste immagini radiologiche avviene attraverso l’utilizzo di radiazioni ionizzanti. Quest’ultime non sono l’unica forma di energia utilizzabile per ottenere immagini diagnostiche e per questo attualmente si predilige il termine diagnostica per immagini, sottolineando come la radiologia medica debba essere inquadrata in realtà nel campo più ampio delle scienze per immagini.

Per produrre immagini mediche a scopo diagnostico, oggi si fa una distinzione in base al principio fisico che permette di ottenerle.

  • La radiologia, impiega i raggi X producendo immagini radiografiche
  • L’ecografia utilizza gli ultrasuoni
  • La risonanza magnetica si basa invece sul fenomeno fisico della risonanza dei nuclei atomici

La radiologia ha subito negli ultimi cinquanta anni un enorme sviluppo in ambito diagnostico e terapeutico fino ad arrivare ad occupare oggi un ruolo fondamentale ed imprescindibile nella diagnosi e nel trattamento di un numero sempre maggiore di patologie.

«Nel nostro paese, si eseguono 100 milioni di prestazioni radiologiche l’anno. Le indagini da eseguire devono essere solamente quelle necessarie, che seguano il principio dell’appropriatezza e che tengano conto del costo e della dose di radiazioni cui esponiamo i pazienti». – A dichiararlo, Carmelo Privitera, Presidente della SIRM (Società italiana di radiologia medica e Interventistica).

Con queste tecnologie sempre più sofisticate il radiologo può vedere la patologia scrutando dentro il corpo del paziente. Egli ha un ruolo cruciale nella diagnosi e nella prognosi di molte condizioni traumatiche, dove la tempestività può fare la differenza tra la vita e la morte o l’invalidità.

Le immagini che l’indagine radiologica restituisce non sono fotografie che tutti i medici possono interpretare.  Sono molto complesse e vanno elaborate e inserite nel contesto clinico del paziente che vi si sottopone. Pertanto richiedono una notevole capacità interpretativa.

Che differenza c’è tra un radiologo e un tecnico di radiologia?

Il medico radiologo clinico viene da un percorso  accademico di sei anni con Laurea magistrale in Medicina e Chirurgia più quattro o cinque anni di formazione specialistica in radiologia diagnostica e interventistica. È  uno specialista che, grazie alle capacità clinico-radiologiche acquisite e sfruttando le metodologie diagnostiche tecnologicamente avanzate si occupa, in collaborazione con gli altri specialisti medici, della gestione diagnostica e terapeutica del paziente.

Il Tecnico sanitario di radiologia medica viene invece da un percorso formativo di tre anni con Laurea triennale indirizzo sanitario e collabora con il medico radiologo nello svolgimento tecnico-pratico degli esami diagnostici. Il tecnico sanitario si occupa in particolare della produzione delle immagini bio-mediche che verranno in seguito elaborate e interpretate dal medico radiologo, con formulazione finale da parte di quest’ultimo di una dettagliata relazione scritta, ossia il referto radiologico.

I raggi X sono pericolosi?

Le radiazioni ionizzanti sono potenzialmente “nocive” per qualsiasi organismo perché determinano vari effetti sulla materia biologica, prevalentemente di tipo chimico, attraverso la creazione di coppie di ioni recanti cariche opposte. Tra questi ioni ci sono entità chimiche altamente reattive, i cosiddetti radicali liberi (H + e OH −) che interferiscono con il normale funzionamento delle cellule. L’effetto delle radiazioni è diverso in relazione alle diverse radiazioni ionizzanti utilizzate.

Oggi si è sollevato un dibattito intorno al tema della radioesposizione. Per ogni esame diagnostico è obbligatorio indicare in modo esatto  la radiazione cui il paziente viene sottoposto, come stabilito dalla direttiva Euratom 2013/59. Quest’ultima stabilisce delle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti ed è entrata in vigore il 6 febbraio 2018. La sua entrata in vigore nel nostro paese ha acceso i riflettori sulla vetustà di alcune apparecchiature diagnostiche usate in alcune strutture ospedaliere che sono state obbligate a dotarsi di macchine nuove e molto performanti.

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