La frattura dell’anca è la conseguenza più grave di un infortunio o una caduta, specialmente nelle persone anziane con problemi di osteoporosi.
Generalmente, le rotture dell’anca si verificano nelle persone di età superiore a 65 anni e il rischio aumenta molto rapidamente dopo gli 80 anni perché le ossa diventano sempre più fragili con l’età.
L’incidenza è molto più alta nelle donne rispetto agli uomini e le complicanze possono essere molto gravi.
Uno studio scientifico ha infatti dimostrato che la sopravvivenza di una persona diminuisce drammaticamente subito dopo una frattura dell’anca. Il tasso annuo di mortalità è di circa il 12-37 % e la metà di questi pazienti non è in grado di riconquistare la propria capacità di vivere in modo indipendente.
Qual’è la causa principale della frattura dell’anca?
Tra i fattori predisponenti c’è anche l’ereditarietà, infatti i figli di persone che hanno subito questa lesione hanno maggiori probabilità di rompersi l’anca. Le persone magre sono più predisposte perché generalmente hanno una minore concentrazione di calcio nelle ossa (osteopenia oppure osteoporosi).
Il femore è particolarmente esposto alle lesioni per la sua forma e posizione nell’articolazione dell’anca e perché sostiene il peso corporeo. L’osteoporosi (diminuzione di densità di calcio nell’osso) rende il femore meno resistente ai traumi, principalmente negli anziani.
Quando le donne invecchiano, perdono dal 30 al 50% della loro densità ossea.
La perdita ossea accelera dopo la menopausa perché le donne producono meno estrogeni. Gli estrogeni contribuiscono a mantenere la densità ossea e la forza. Un colpo lieve può essere sufficiente per causare gravi danni all’osso e alle strutture circostanti.
La causa più probabile è la caduta mentre si cammina a causa di calzature non adatte, terreno scivoloso o sconnesso oppure un cedimento improvviso del ginocchio.
In certi casi la caduta può essere la conseguenza di una frattura spontanea del collo femorale.
La frattura patologica si verifica a causa di una malattia che indebolisce l’osso, per esempio un tumore osseo o una metastasi.
In questo caso la gestione è diversa, il medico può consigliare l’intervento chirurgico solo se il paziente è operabile e non si presentano controindicazioni all’intervento.
Classificazione delle fratture dell’anca
Nella parte prossimale (ovvero la zona dell’anca), il femore è composto da una testa quasi sferica e un collo di forma quasi cilindrica.
Il collo femorale unisce la testa al trocantere e alla diafisi femorale.
Le fratture possono essere di due tipologie:
Tra le fratture extra capsulari ci sono
Quali sono i sintomi della frattura dell’anca?
I sintomi principali della lesione del femore sono: il dolore e l’incapacità di stare in piedi sulla gamba rotta.
Dopo pochi giorni dal trauma, compare il gonfiore e l’ematoma o ecchimosi. Il soggetto caduto non riesce a rialzarsi da terra senza aiuto. Il dolore si avverte durante il movimento passivo dell’anca. Il paziente non riesce a camminare, ma zoppica. I movimenti sono limitati e causano dolore all’anca, soprattutto la rotazione interna.
Che tipo di riabilitazione serve per la frattura dell’anca?
In caso di intervento chirurgico, la deambulazione deve iniziare prima possibile, compatibilmente con il dolore.
Dopo aver tolto il gesso, in caso di osteosintesi (intervento chirurgico di contenzione che ha lo scopo di mantenere a contatto segmenti scheletrici interrotti nella loro continuità) è importante riprendere il carico gradualmente. Bisogna iniziare prima possibile gli esercizi per il rinforzo e il recupero dell’elasticità di: caviglia, ginocchio e anca. La riabilitazione ha una durata di circa un mese, ma i tempi sono molto soggettivi, infatti alcuni pazienti possono aver bisogno di più tempo per recuperare la flessione e l’estensione completa dell’anca senza dolore.
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