Il 19 Ottobre è stata la Giornata Mondiale per la lotta contro il tumore al seno. Questo “male oscuro” è la neoplasia più frequente in assoluto nella popolazione femminile, che colpisce una donna ogni 8 nell’arco della sua vita. Soltanto nell’ultimo anno, in Italia, si sono ammalate di tumore al seno circa 50.500 donne e 500 uomini. Malgrado sia un male che spesso non perdona, poiché ancora troppe sono le donne che muoiono a causa di questa malattia, fortunatamente non sono nemmeno poche quelle che grazie alla prevenzione riescono a sconfiggerlo.
Sopravvivere al tumore al seno
La mortalità risulta infatti in continuo calo e questo si deve sia all’efficacia delle nuove terapie sia alla diagnosi precoce, che permette di individuare il tumore in uno stadio ancora iniziale. Oggi la sopravvivenza media dopo 5 anni dalla diagnosi è di circa l’87% in media (91% tra i 15 e i 44 anni; 92% tra 45 e 54 anni; 91% tra 55 e 64 anni; 89% tra 65 e 74 anni; 79% tra oltre i 75 anni). La sopravvivenza dopo 10 anni dalla diagnosi è invece pari all’80% in media.
Dopo mesi di cure e monitoraggi, una donna affetta dal carcinoma mammario viene considerata dai medici improvvisamente “guarita”. In questi casi, accade che alcune donne continuano a incontrare periodicamente il proprio oncologo, mentre altre consultano soltanto il medico di base, che spesso può non conoscere o non saper gestire correttamente le conseguenze del cancro e delle terapie per sconfiggerlo.
Ma una donna che ha combattuto con successo il tumore al seno sa davvero cosa è “normale” aspettarsi dopo la malattia?
Le stesse donne “sopravvissute” al cancro, spesso, non sanno con esattezza quali siano gli effetti secondari e a lungo termine di interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia, terapie ormonali e chirurgia ricostruttiva. Ed è per questo che spesso le donne che hanno sconfitto il carcinoma mammario iniziano a sviluppare forme di ansia, attacchi di panico, iniziano a soffrire di depressione e astenia.
Per aiutare le donne sopravvissute al cancro, due tra le principali organizzazioni no-profit americane impegnate nella lotta al tumore del seno, l’American Cancer Society e l’American Society of Clinical Oncology, hanno redatto delle linee guida che chiariscono in modo sintetico e completo come assistere coloro che sopravvivono al cancro alla mammella.
In particolare, il documento, contenente le linee guida, è stato redatto da un gruppo di professionisti esperti in varie discipline ed è rivolto fondamentalmente ai medici di base, ma può comunque risultare interessante per oncologi, infermieri, altri operatori sanitari e anche per gli stessi pazienti.
Linee guida per donne sopravvissute al carcinoma mammario
Le nuove linee guida trattano in modo approfondito una trentina di tematiche e offrono risposte alle più comuni domande poste dalle donne che sopravvivono al cancro. Oltre a fornire informazioni riguardanti la prevenzione delle recidive del cancro al seno, il documento suggerisce quali test di laboratorio ed esami diagnostici dovrebbero essere eseguiti, se e come sottoporsi per gli screening di prevenzione per altre forme di cancro, che possono colpire polmoni, endometrio o intestino, e fornisce importanti consigli su come affrontare gli effetti tardivi e a lungo termine del trattamento di chemioterapia e radioterapia, quali problematiche cardiovascolari, linfoedema, astenia, ansia, depressione, dolore neuropatico, patologie ossee, infertilità e menopausa precoce.
Spesso, le donne affette dal cancro al seno si abituano a essere sottoposte con cadenze regolari a controlli di varia natura: queste stesse donne, una volta superata la malattia, si aspettano di continuare a svolgere test ematici di controllo ed esami diagnostici continuamente, anche se non esistono raccomandazioni standard a tal proposito.
In particolare, le nuove linee guida raccomandano di non eseguire controlli sui biomarker o marcatori tumorali e di non sottoporre a RMN, TAC o PET le pazienti che hanno sconfitto il cancro al seno se non presentano ulteriori sintomi. Recenti studi mostrano, infatti, come questi esami diagnostici non apportino alcun beneficio in pazienti asintomatiche.
Inoltre, le linee guida suggeriscono anche le modalità mediante le quali gli operatori sanitari possono consentire alle pazienti di incrementare le probabilità di sopravvivenza, aiutandole a migliorare il proprio stile di vita: seguire una dieta sana, non divenire obesi, praticare attività fisica e smettere di fumare sono semplici ma validi consigli per migliorare la condizione di chi sopravvive al tumore al seno.È necessario, dunque, che medico e paziente comunichino in modo chiaro e appropriato, anche per creare terapie personalizzate e ad hoc per ogni singola donna che sconfigge il cancro, poiché ogni tumore è diverso dagli altri.
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