Il diabete è una patologia di tipo endocrino oggi ampiamente diffusa non soltanto tra anziani ma anche tra i giovani. Secondo i dati ISTAT in Italia è diabetico il 4,8% della popolazione italiana (5% delle donne e 4,6% degli uomini), pari a circa 2.900.000 persone.
CLASSIFICAZIONE
Attualmente la medicina distingue tre forme di diabete mellito:
– diabete di tipo 1
– diabete di tipo 2
– diabete gestazionale
A queste si aggiunge un’altra patologia detta diabete insipido che si differenzia dalle altre sia per cause che per sintomi.
Diabete di tipo 1
(Conosciuto anche come diabete Mellito insulino-dipendente o diabete giovanile) rappresenta il 10% dei casi di diabete e si sviluppa prevalentemente a partire dall’infanzia o dall’adolescenza. Questa tipologia di diabete è spesso associata ad altre patologie autoimmunitarie.
La causa di questa forma di diabete è un vero e proprio deficit di secrezione insulinica da parte di alcune cellule pancreatiche, le cellule beta.
La produzione di insulina da parte del pancreas viene infatti soppressa o fortemente ridotta a causa della distruzione delle cellule beta da parte del sistema immunitario che le non le riconosce come appartenenti all’organismo, ma come nocive. Queste cellule beta sono deputate alla produzione di insulina, un ormone fondamentale, poiché regola l’ingresso e l’utilizzo del glucosio (zucchero) nel nostro organismo.
Poiché questo processo è irreversibile, chi ne è affetto deve assumere insulina per riuscire a metabolizzare gli zuccheri necessitando per tutta la vita di una terapia insulinica sostitutiva.
Diabete di tipo 2
Rappresenta la forma di diabete più comune e interessa circa il 90% dei casi.
Si sviluppa prevalentemente dai 40 anni di età, colpendo principalmente persone che soffrono di obesità o sovrappeso. Il diabete mellito di tipo 2 è caratterizzato da una duplice problematica: la quantità di insulina prodotta non basta a soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino resistenza).
In entrambi i casi, il risultato è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia).
Il diabete gestazionale
Consiste in un aumento dei livelli di glucosio che si manifesta nel periodo della gravidanza. Si tratta di una forma di diabete che colpisce l’ 8% delle donne incinte. Generalmente questa tipologia di diabete tende a scomparire al termine della gravidanza, tuttavia, le donne che ne hanno sofferto presentano un rischio più elevato di sviluppare diabete di tipo 2 in età avanzata. Anche se si tratta di una condizione transitoria, se non viene diagnosticato subito e adeguatamente curato, può portare a delle conseguenze, anche gravi, sia per la madre che per il bambino.
Il diabete insipido
Una malattia rara caratterizzata da una diuresi eccessiva accompagnata da una sete insaziabile.
Fatta eccezione di questi sintomi, è molto diverso dal più diffuso diabete mellito e non esiste nessun tipo di correlazione accertata tra i due.
Nel caso del diabete insipido, infatti, l’eccessiva quantità di urina non è la conseguenza di valori troppo alti di glucosio nel sangue dovuti ad un mancato o cattivo funzionamento dell’insulina, bensì un’alterazione della produzione, della secrezione o dei meccanismi di funzionamento dell’ormone vasopressina (l’ormone antidiuretico) da parte dell’ipotalamo e dell’ipofisi posteriore, o dalla sua mancata attività a livello renale.
LA PREVENZIONE
La prevenzione del diabete non solo è possibile ma è anche molto semplice: basta seguire uno stile di vita sano. Allo stato attuale non ci sono metodi per prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 1, al contrario è possibile prevenire il diabete di tipo 2, più diffuso e che si sviluppa tendenzialmente in età adulta.
La prevenzione è da considerarsi il metodo più efficace per scongiurare l’insorgere di questa forma di diabete, molto più efficace di qualsiasi farmaco.
Alcuni studi hanno infatti dimostrato che un’alimentazione sana, abbinata ad un esercizio fisico costante permettono di ridurre del 58-60% il rischio di diabete per quelle persone che sono considerate predisposte allo sviluppo della malattia.
I fattori di rischio che individuano una persona come ad alto rischio di diventare diabetica sono:
– età superiore a 45 anni
– sovrappeso (specialmente se localizzato all’addome)
– vita troppo sedentaria
– parentela (a maggior ragione se di primo grado) con un diabetico
– per le donne aver partorito un figlio di peso superiore a 4 Kg o aver sofferto di diabete gestazionale
– glicemia a digiuno alterata (fra 110 a 125 mg/di)
– ipertensione arteriosa
– intolleranza al glucosio
– appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio (ispanici, asiatici, africani).
La prevenzione del diabete di tipo 2 è molto importante, non solo per i soggetti a rischio. Al fine di diminuire notevolmente le possibilità che insorga questa malattia è fondamentale avere un corretto stile di vita fin dall’infanzia seguendo poche e semplici regole come:
– una dieta bilanciata
– il controllo del peso
– una vita il meno possibile sedentaria
– non fumare
– il controllo costante per soggetti a rischio.
I SINTOMI
I sintomi del diabete possono essere diversi ed insorgere in maniera differente a seconda che si tratti di diabete di tipo 1 o di tipo 2.
– Nel caso del diabete tipo 1, di solito si assiste a un esordio acuto, spesso in relazione a un episodio febbrile, caratterizzato da eccessiva sete, aumentata quantità e frequenza di urine, sensazione si stanchezza, perdita di peso immotivata, pelle secca, aumentata frequenza di infezioni.
– Nel diabete tipo 2, invece, si manifestano più lentamente e spesso in maniera meno evidente. Possono verificarsi casi di glicemia alta senza che si manifestino i sintomi.
La diagnosi delle diverse tipologie di diabete è formulata sulla base di alcuni parametri:
– sintomi di diabete (poliuria, polidipsia, perdita di peso inspiegabile) associati a un valore di glicemia casuale, cioè indipendentemente dal momento della giornata, ≥ 200 mg/dl
– glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl (per digiuno si intende la mancata assunzione di cibo da almeno 8 ore)oppure
– glicemia ≥ 200 mg/dl durante una curva da carico (OGTT).
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